Il lavoratore disabile non può essere licenziato se la commissione medica consente il reinserimento in azienda

Le obiezioni del lavoratore disabile licenziato dalla società di cui era dipendente vengono accolte dai giudici. L'azienda ha errato nel basare il licenziamento sull'inidoneità fisica del dipendente ad altre mansioni

Il lavoratore disabile non può essere licenziato se la commissione medica consente il reinserimento in azienda

Il datore di lavoro ha la facoltà di interrompere il rapporto di lavoro di un dipendente disabile impiegato obbligatoriamente ove siano presenti notevoli cambiamenti nell'organizzazione lavorativa, a condizione che una commissione medica speciale confermi l'impossibilità definitiva di reinserirlo nell'azienda, anche con eventuali adattamenti. Questo vincolo è stato istituito dai giudici della Cassazione, i quali hanno messo in discussione la legittimità del licenziamento di un lavoratore disabile da parte di una società in seguito all'esternalizzazione di un servizio.

All'origine della controversia vi è la decisione di una società operante nell'igiene urbana di licenziare un dipendente disabile assunto obbligatoriamente dalla legge n. 68 del 1999, a causa dell'esternalizzazione di un servizio. Benché il dipendente abbia contestato il licenziamento, il Tribunale ha ritenuto valido il provvedimento aziendale, in quanto dalle prove acquisite era emersa la soppressione del posto di lavoro cui era addetto il soggetto disabile. Inoltre, i giudici d'appello hanno escluso la possibilità di ricollocazione, considerando la limitazione fisica del dipendente e la mancanza di posti compatibili disponibili.

Secondo la Cassazione, esistono molteplici motivi per mettere in dubbio la legittimità del licenziamento e considerare le obiezioni del lavoratore disabile come plausibili. In particolare, sottolineano che il licenziamento è avvenuto al di fuori dei termini normativi e che la commissione medica non ha confermato l'incompatibilità del dipendente con ruoli alternativi. La legge infatti sottolinea che il licenziamento di dipendenti disabili per giustificati motivi oggettivi deve rispettare criteri specifici, incluso l'accertamento medico sulla compatibilità lavorativa.

In conclusione, il licenziamento di dipendenti disabili può avvenire solo dopo aver svolto gli accertamenti necessari e dimostrato l'impossibilità di reinserirli nell'azienda a seguito di cambiamenti significativi nell'organizzazione del lavoro: a tale scopo, la commissione medica svolge un ruolo cruciale nell'analizzare la situazione e determinare se il dipendente può essere reimpiegato in ruoli alternativi compatibili con la sua salute (Cass. n. 18094 del 2 luglio 2024).

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