La costituzione di diritti reali negli accordi di separazione
Le clausole che trasferiscono la proprietà di beni o diritti reali in un accordo di separazione consensuale o divorzio devono rispettare criteri chiave come l'identificazione catastale e le planimetrie. La mancanza di tali informazioni potrebbe provocare la nullità dell'accordo anche dopo l'omologazione
Le clausole che attribuiscono la proprietà di beni o altri diritti reali a uno o entrambi i coniugi in un accordo di separazione concordata o divorzio a domanda congiunta sono considerate valide. Questo accordo, che viene registrato nel verbale dell'udienza redatto dal collaboratore del giudice e serve a confermare ciò che è stato detto, diventa un documento ufficiale in base all'art. 2699 del codice civile.
Tuttavia, è importante rispettare alcuni requisiti chiave, come l'identificazione catastale e le planimetrie, per evitare la nullità dell'accordo. Se queste informazioni non fossero correttamente fornite, l'accordo potrebbe essere considerato nullo.
La Corte ha chiarito che la nullità formale non può essere corretta con mezzi sostitutivi e che le informazioni mancanti non possono essere integrate retroattivamente. Anche la presenza di un atto notarile con le informazioni mancanti non può rimpiazzare le dichiarazioni obbligatorie nel verbale di separazione.
La sentenza della Corte di Cassazione sottolinea, dunque, l'importanza del rispetto dei requisiti formali nella costituzione dei diritti reali, affermando che l'omissione di informazioni essenziali può portare alla nullità dell'accordo anche dopo il suo decreto di omologazione.